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MONTELEPRE (PA), 3 aprile 2015 – Celebrazioni e Processione

MONTELEPRE (PA), 3 aprile 2015 – Celebrazioni e Processione

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Montelepre (PA), 3 Aprile 2015. Successo di grande portata per l’ennesima Processione dell’Urna del Cristo Morto per le vie di Montelepre, in provincia di Palermo.

L’appuntamento si è tenuto, anche quest’anno, il Venerdì, quando nel pomeriggio, dalla Chiesa Madre, alla fine della celebrazione della Sacra Funzione della Esaltazione della Croce officiata alla presenza di alcuni cavalieri del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, tra questi: il Cavaliere di Grazia, il Nobile  Pierfrancesco Mistretta, in rappresentanza del  delegato vicario per la Sicilia dell’Ordine Costantiniano, del cavaliere di merito con placca prof. Antonio Fundarò e dei cavalieri di merito Vincenzo Bussa, Salvatore Trovato e Bartolo Crisafulli.

La processione del Cristo Morto, ha portato in pellegrinaggio, tra le chiese della città, l’antica statua posta in un’urna di vetro del XVIII secolo, addobbata con rose e garofani rossi, argenti e pietre preziose, portata a spalla dai confratelli dell’antica congregazione dei Galantuomini, la cui cappella dista solo pochi metri dalla chiesa madre, nel cui abside della cappella laterale sinistra, è custodita, durante tutto l’anno, la statua del Cristo Morto, venerata ed adorata, dai tanti fedeli che, ad essa si rivolgono, nei momenti più tristi della loro vita.

Il feretro è stato seguito dal simulacro della Madonna Addolorata, imponente statua lignea del XVIII secolo, che circondata da un pregevole manto nero è stata portata a spalla dal ceto delle maestranze, rigidamente in abito scuro. Mentre la Banda Musicale Amadeus di Montelepre ha eseguito commoventi marce funebri, migliaia di fedeli, anche a piedi scalzi, hanno accompagnato la Processione in religioso silenzio sino al suo epilogo: il Cristo Morto spogliato del suo corredo in oro e delle pietre preziose, è avvolto nel lenzuolo, quasi a riecheggiare la Sacra Sindone, scortato da due cavalieri dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio e dai carabinieri in alta uniforme, tra le lacrime copiose dei fedeli, è stato riposto nella teca, sotto l’altare, posto nell’abside della navata laterale sinistra.

Il presidente della Congregazione dei Galantuomini, a completamento di un cerimoniale sacro che dura ormai da secoli, fatto rientro nella Cappella, ha distribuito in segno di riconoscimento, ai cavalieri presenti, le rose ed i garofani rossi che numerosissime costituivano il manto ove il Cristo Morto era stato adagiato.

Si conclude, così, un rito sacro, unico nel suo genere in Sicilia, che, anche quest’anno, è stato affidato alle mani sapienti di uomini come Salvatore Biondo, a cui si deve il merito di non lasciar tramontare una così importante rievocazione storica ed il pregio di tenere, in così alto grado, un momento tanto commovente e triste, di tutta la cristianità e di ciascun credente.

 

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